CELESTINA – Solfati

Fonte immagine: Wikipedia

CELESTINA

SrSO4

CLASSE: Solfati
SISTEMA: Monoclino
DUREZZA: 2
DENSITÀ: 2,3 – 2,5
SFALDATURA: Perfetta
FRATTURA: Concoide, irregolare
COLORE: Incolore, allocromatico
COLORE DELLA POLVERE: Bianco
LUCENTEZZA: Da vitrea a madreperlacea
TRASPARENZA: Da trasparente a traslucida

Si presenta in cristalli prismatici allungati o, più raramente, tabulari, di colore variabile dall’incolore al bianco latteo, all’azzurro e al giallo-bruno, generalmente in aggregati raggiati o paralleli, massicci o concrezionali. 

È pseudomorfa rispetto alla calcite, cioè può sostituirne completamente i cristalli mantenendo la stessa forma di questo minerale. 

Semidura e pesante, la celestina mostra una sfaldatura perfetta secondo la base. 

Spesso trasparente, presenta lucentezza da vitrea a madreperlacea.

CARATTERI DIAGNOSTICI – La celestina può talora venire confusa con altri solfati, come la barite, il cui peso specifico è però notevolmente più elevato, Per riconoscerla, si può anche eseguire un semplice saggio chimico: raccogliendo la polvere del minerale sulla punta di un filo di platino, inumidendola con acido cloridrico e portando il tutto alla fiamma di un fornello a gas, questa viene colorata in rosso carminio dallo stronzio.

ORIGINE – La celestina può avere origine idrotermale, ma più tipicamente sedimentaria evaporitica, dovuta all’evaporazione di acque salmastre in un bacino chiuso; in questo caso è associata a zolfo, gesso, aragonite e minerali evaporitici tipici.

GIACIMENTI – Cristalli azzurri si trovano nei basalti di Montecchio Maggiore (Vicenza) e nelle pegmatiti del Madagascar. 

In Sicilia, in Romagna e nella formazione gessoso-solfifera la celestina è generalmente bianca.

Presso Jena, in Germania, si trova in vene a struttura fibrosa, azzurra. 

Depositi sfruttabili industrialmente si trovano in Inghilterra, in Russia e in Tunisia.

l cristalli più grandi, biancastri e quasi opachi, lunghi fino a 75 centimetri e del peso di oltre 2 chilogrammi, provengono dagli Stati Uniti. 

Pur avendo dimensioni ridotte, dai giacimenti italiani provengono bellissimi esemplari. A Enna e Agrigento, in Sicilia, e a Perticara, nelle Marche, si trovano splendidi gruppi di individui, generalmente bianchi, associati a zolfo e gesso.

USI – È il minerale principale per l’estrazione dello stronzio, utilizzato nell’industria dei fuochi artificiali e dei proiettili traccianti, a causa del colore rosso carminio che questo elemento conferisce alla fiamma.

Lo stronzio viene impiegato anche nell’industria nucleare, in quella delle vernici e per raffinare lo zucchero di barbabietola.

VEDI ANCHE . . .

MINERALI IN ITALIA

ELEMENTI CHIMICI – SIMBOLO

CLASSE DEI MINERALI

MAGNETISMO DELLE ROCCE