IALOFANE – Silicati

IALOFANE

(K, Ba)Al(Si, Al)3O8

CLASSE: Silicati
SISTEMA: Monoclino
DUREZZA: 6,5
DENSITÀ: 2,6 – 2,9
SFALDATURA: Perfetta
FRATTURA: Irregolare, conchiglia
COLORE: Incolore, bianco, giallastro, rossastro
, allocromatico
COLORE DELLA POLVERE: Bianco
LUCENTEZZA: Vitrea
TRASPARENZA: da trasparente a traslucido

I cristalli, incolori o bianchi, di solito perfettamente trasparenti e con una tipica lucentezza vitrea, hanno un  abito prismatico appiattito, con corte facce pinacoidali diversamente volte a chiudere il prisma; spesso mostrano al loro interno evidenti tracce dei piani di sfaldatura, orientati secondo due direzioni principali. Alcune volte sono presenti individui geminati. 

Come tutti i feldspati; lo ialofane possiede una discreta durezza,

ORIGINE –  Lo ialofane ha una genesi prevalentemente metamorfica, poiché si forma all’interno di dolomie o di calcari metamorfosati per contatto, oppure in rocce di tipo gneissico in associazione a depositi di manganese.

GIACIMENTI – Si rinviene nelle miniere manganesifere di Kaso in Giappone, di Otjosondjou in Namibia e di Broken Hill in Australia. Piccoli cristalli trasparenti sono quelli scoperti nei marmi della Valle di Binn, in Svizzera. 

In Italia questo tettosilicato è presente nella miniera di Trou des Romains, in Val Sapin (Aosta) e, in piccoli granuli, nei marmi di Candoglia (Verbania).

USO GEMMOLOGICO – Trattandosi di un minerale incolore e trasparente, si privilegiano i tagli a faccette e, soprattutto, con forma rettangolare, che sfrutta meglio l’abito prismatico dei cristalli, o rotonda a brillante, per evidenziare la limpidezza della gemma.

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