PIRITE – Solfuri (Pyrite – Sulphides)

PIRITE

FeS2

Sistema – Cubico
Durezza – 6,5
Densità – 5,0
Colore – Giallo
Lucentezza – Metallica

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Minerale conosciutissimo ed estremamente diffuso, la pirite è nota fin dall’antichità. Spesso si trova sotto forma di cristalli di grande perfezione. I suoi cubi squadrati, dalle facce lisce o striate, sono subito distinguibili. Talvolta i vertici sono troncati da faccette triangolari che evidenziano la presenza dell’ottaedro, sua forma cristallografica tipica. Altrettanto comune è la forma pentagonododecaedrica: in questo caso, però, le singole facce pentagonali non hanno i lati tra loro uguali. I geminati sono comuni, ma la loro esatta identificazione non è molto facile. Il geminato “a croce di ferro” vede associati in modo tipico due pentagonododecaedri.

PIRITE

CARATTERI DIAGNOSTICI – Il colore giallo ottone, la lucentezza metallica e la mancanza di sfaldatura rendono la pirite simile all’oro, ma la prima è più dura, ha polvere grigia non rigabile con il temperino e, al contrario dell’oro, si altera facilmente.  In ambienti umidi, infatti, si trasforma in acido solforico e altri prodotti (ossidi bruno-rossastri di ferro o solfati fibrosi bianchi). Posta sul fuoco, la pirite brucia con una fiamma azzurrina e con un forte odore di zolfo.


ORIGINE – La pirite è uno dei minerali più comuni perché si può formare in vari ambienti geologici: anzitutto nei filoni idrotermali con altri solfuri, nelle rocce metamorfiche serpentinose e nei marmi, quasi sempre in cristalli perfetti, ma anche in aggregati massivi.


GIACIMENTI – In Italia gruppi cristallizzati di eccezionale bellezza sono stati rinvenuti a Brosso, presso Ivrea (Torino), a Rio Marina e in altre località della costa orientale dell’lsola d’Elba (Lìvoino)e inoltre a Boccheggiano, Niccioleta e Gavorrano nella Maremma toscana (Grosseto). Cristalli cubici di pirite si trovano inclusì nei cloritoscisti della Val Malenco (Sondrio), mentre piccoli cristalli spesso superficialmente alterati in un colore bruno-rossastro sono rinvenibili nelle cave di marmo di Candoglia, in Val d’Ossola.


USI – Dalla pirite si ricavano ferro e zolfo. Mediante la combustione si produce un ossido da cui si ottiene il ferro; anche lo zolfo che brucia viene poi recuperato e trasformato in acido solforico, che viene utilizzalo in molti processi di trasformazione industriale.

Alcune tra le più comuni forme cristalline della pirite.
Il penultimo cristallo mostra il tipico geminato a “croce di ferro”
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