WULFENITE – Solfati

WULFENITE

PbMoO4

CLASSE – Solfati
SISTEMA – Tetragonale
DUREZZA – 2,0 – 3,0
DENSITÀ – 6,0 – 7,0
SFALDATURA – Discreta
FRATTURA – Irregolare, concoide
COLORE – Giallo, arancio, rosso
COLORE DELLA POLVERE – Bianco
LUCENTEZZA – Resinosa
TRASPARENZA – Da trasparente a opaco

La wulfenite fu trovata per la prima volta nel 1785 a Bad Bleiberg nello stato austriaco della Carinzia e prende il nome dal suo primo descrittore Franz Xaver Freiherr von Wulfen (1728–1805), un naturalista austriaco.

Questo molibdato di piombo si presenta in cristalli tabulari o lamellari, più raramente in cristalli ottaedrici o in cristalli pseudocubici, talora in masse granulari o terrose o in aggregati cellulari di lamelle; il colore è giallo, arancio, rosso.

CARATTERI DIAGNOSTICI – Fonde facilmente e reagisce agli acidi sciogliendosi lentamente.

ORIGINE – Minerale secondario, si forma nelle zone di ossidazione di alcuni giacimenti di piombo associalo con cerussite, vanadinite, piromorfite, mimetite.

GIACIMENTI – Tra i numerosi giacimenti di wulfenite sono celebri per le magnifiche cristallizzazioni quelli di Red Cloud Mine in Arizona, Mibladen e Djebel Mashreur in Marocco, Chihuahua in Messico; M’Fouati nella Repubblica Popolare del Congo, Bleiberg in Carinzia. In Italia è segnalata in piccole quantità nelle miniere piombo-zincifere lombarde e in Valsugana.

USI – La wulfenite ha significato industriale per I’estrazione del molibdeno. Se si accumula localmente, la wulfenite viene estratta come minerale a causa del suo alto contenuto di piombo e molibdeno. Anche se la wulfenite a volte forma cristalli belli e chiari, non è di alcun interesse come pietra preziosa per l’industria della gioielleria commerciale a causa della sua bassa durezza. Sfaccettato da esperti tagliatori, può comunque diventare un oggetto ambito per lo scambio o l’acquisto per i collezionisti.

La wulfenite viene utilizzata come cristallo attivo nei modulatori acustico-ottici, dove le onde acustiche generano fluttuazioni di densità nel cristallo. Queste fluttuazioni di densità agiscono quindi come un reticolo ottico e deviano parti dei raggi luminosi incidenti a seconda della frequenza acustica.

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